venerdì 27 settembre 2019

EFFICIENZA ENERGETICA: APPROVATE LE NUOVE REGOLE EUROPEE 2019

EFFICIENZA ENERGETICA: APPROVATE LE NUOVE REGOLE EUROPEE

La direttiva Europea sull’efficienza energetica e sulla prestazione energetica in edilizia è la Direttiva 2018/844/UE. Il Senato l’ha da poco recepita nel Disegno di Legge di Delegazione Europea 2018.
Il disegno di legge all’art.23 contiene le linee guida, che il governo dovrà seguire per dar attuazione alla direttiva. La regolamentazione in concreto della materia, infatti, è demandata ai singoli decreti legislativi.
Tra i principi cardine, la normativa richiede un ridimensionamento degli oneri a carico della collettività. Per ottenerlo, è indispensabile una revisione del rapporto costi e benefici, che andrà ottimizzato.
Il MISE ha già inviato alla Commissione Europea il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che contiene la pianificazione e gli obiettivi fino al 2030 in materia di efficienza energetica. 
La direttiva va ad aggiornare la precedente direttiva 31/UE del 2010 per quanto riguarda la prestazione energetica, e la direttiva 27/UE del 2012 per l’efficienza energetica.
Gli Stati Membri devono dare attuazione alla direttiva entro il 10 marzo 2020.
Le strategie da attuare per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici sono molteplici.
Tra tutte, è innovativa l’introduzione di un indicatore di intelligenza per gli edifici, che interagendo con la rete permetterà di adattare il consumo energetico alla effettiva necessità.
La previsione è di ridurre del 40% le emissioni di gas effetto serra entro il 2030. 
L’obiettivo da raggiungere entro il 2050, invece, è quello di raggiungere la decarbonizzazione del sistema energetico.

ENERGIE RINNOVABILI: AL VIA GLI INCENTIVI DEL FER

ENERGIE RINNOVABILI: AL VIA GLI INCENTIVI DEL FER

In materia di energie rinnovabili, sono al via gli incentivi contenuti nel decreto FER 1. Il GSE ha infatti emanato il regolamento operativo, in attuazione del DM del 4 luglio, già pubblicato in GU.
Secondo il MISE, l’operazione porterà ad un incremento nella realizzazione di impianti e ad un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili di circa 12miliardi di kWh.
L’accesso ai bandi è consentito agli impianti con potenza inferiore a 1MW, sia in caso di nuova costruzione sia in caso siano oggetto di rifacimento o ricostruzione. Possono accedere anche gli impianti che siano stati oggetto di potenziamento purchè la differenza di potenza sia inferiore a 1 MW.
In tutti i casi in cui la potenza degli impianti sia superiore a 1 MW, sarà comunque possibile accedere agli incentivi ma con una procedura di asta al ribasso.
Possono partecipare anche gli impianti aggregati purchè la potenza complessiva dell’aggregato resti al di sotto del limite di 1 MW.
Sono quindi esclusi dagli incentivi sia gli impianti che non rientrino in questi parametri, sia quelli che abbiano già usufruito di incentivi per le rinnovabili, grazie al DM del 26/06/2016.
Per quanto invece riguarda gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione a coperture in amianto, oltre a questi incentivi, sono previsti anche premi sull’energia prodotta, parti a 12 €/MWh.
Negli impianti installati sugli edifici, invece, il contributo è attribuito sulla quota di produzione consumata in loco, nella misura di 10 €/MWh. Il premio è liquidato dopo aver accertato che l’energia autoconsumata è superiore al 40% della produzione netta.
Gli impianti che rientrano in queste casistiche accedono agli incentivi in maniera prioritaria (art. 8, c.2). Nel dettaglio, sono gli impianti:
  • realizzati su discariche chiuse e su Siti di Interesse Nazionale;
  • fotovoltaici installati su scuole, ospedali e altri edifici pubblici in sostituzione di coperture e su fabbricati rurali previa completa rimozione dell’amianto;
  • idroelettrici che rispettino le caratteristiche costruttive del DM 23 giugno 2016, impianti alimentati a gas residuati dai processi di depurazione;
  • connessi in “parallelo” con la rete elettrica e con le colonnine di ricarica delle auto elettriche con potenza non inferiore al 15% della potenza dell’impianti . Il GSE pubblicherà i primi bandi entro il 30 settembre. I bandi previsti sono 7, l’ultimo dei quali a settembre 2021.

IL DECRETO CRESCITA E LE DETRAZIONI FISCALI 2019

IL DECRETO CRESCITA E LE DETRAZIONI FISCALI

E’ ENTRATA IN VIGORE A LUGLIO LA LEGGE DI CONVERSIONE DEL COSIDDETTO “DECRETO CRESCITA” (D.LGS. 34 DEL 2019).

L’Agenzia delle Entrate ha aggiornato la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” spiegando quali sono le novità introdotte a partire dal 30 giugno. Tra queste sono segnalate anche la proroga della maggiorazione della detrazione Irpef e dell’obbligo di comunicazione all’Enea entro 90 giorni dal termine lavori, ma si tratta di indicazioni presenti già da alcune settimane nella guida al Bonus Ristrutturazioni.
Un’importante novità che cambia ulteriormente il mondo degli incentivi per gli interventi di efficientemente energetico riguarda la possibilità della cessione del Bonus. Vediamo di cosa si tratta.

La cessione del Bonus

Quando vengono eseguiti lavori di efficientamento e risparmio energetico, l’intestatario dell’immobile può cedere all’impresa che ha eseguito i lavori l’agevolazione fiscale a cui avrebbe diritto, ricevendo così uno sconto sul totale dei lavori.
A partire dal 1° luglio infatti si potrà effettuare la cessione del credito al venditore pagando metà del valore della fattura, rinunciando ovviamente alla possibilità di avere la detrazione fiscale per la somma rimanente. Di fatto, si pagherà sempre utilizzando il bonifico per ristrutturazioni, nella fattura sarà presente l’intero importo della somma ma quello effettivamente da versare sarà pari alla metà del prezzo. In questo modo non si dovranno attendere 10 anni per recuperare il 50%, e anche chi non ha capienza nell’Irpef non perderà il vantaggio fiscale. L’unico obbligo previsto sarà quello di comunicare all’Agenzia delle entrate la cessione del credito, e l’Agenzia renderà disponibile per il venditore questa somma sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in cinque anni.
Si potranno acquistare climatizzatori, nuovi infissi, caldaie a condensazione, stufe a pellet e boliler a pompa di calore. Per questi interventi ci sarà lo sconto immediato del 50%.
L’Ecobonus resta comunque a disposizione in varie percentuali in base alla tipologia di intervento, che deve essere “certificato” inviando comunicazione all’Enea. Le percentuali di sconto partono sempre da un minimo del 50% in caso di semplice sostituzione di infissi o di acquisto di una caldaia a condensazione, ma si sale al 65% per l’acquisto si tende oscuranti e caldaie a biomasse, fino al 75% per i lavori condominiali che migliorano l’efficienza energetica dell’intero immobile.

mercoledì 25 settembre 2019

Aumenta IVA sulla patente: cosa cambia

Aumenta IVA sulla patente: cosa cambia

Rincari Iva del 22% per chi prende la patente, ma anche per chi l’ha conseguita dal 2015 a oggi . 

 La patente verrà a costare il 22% in più per l’Iva: lo stabilisce una risoluzione dell’Agenzia delle entrate.

Emanata sulla scorta di una recente sentenza della Corte di giustizia Ue (del 14 marzo 2019 nella causa C-449/17), la risoluzione delle Entrate ha revocato la prassi precedente: sino a ieri, nelle autoscuole, erano esenti dall’imposta le lezioni finalizzate al conseguimento della patente; ma ora si cambia. Le scuole guida soggette all’aumento potranno far pagare il sovrapprezzo ai clienti
E l’aumento è retroattivo: chi, dal 2015, ha conseguito la patente, dovrà versare il 22% di Iva. Le autoscuole potranno contattare i vecchi allievi, e chiederanno loro di pagare l’arretrato.
In ogni caso, evidenzia l’Agenzia, non sono dovuti né interessi né sanzioni.

martedì 24 settembre 2019

Erbicidi per cereali: tre novità dal mercato


Erbicidi per cereali: tre novità dal mercato
Corteva, Cheminova Agro, e Certis lanciano dei nuovi prodotti molto interessanti
Sono stati appena lanciati sul mercato italiano tre nuovi erbicidi per controllare le infestanti difficili dei cereali: Zypar di Corteva, Omnera di Cheminova Agro, Duplosan Super di Certis.
Zypar controlla molto bene Fumaria officinalisGalium aparinePapaver rhoeas e Stellaria media ed è il primo dicotiledonicida di post-emergenza contenente Arylex, una nuova sostanza attiva che annienta le malebre entrando nel loro sistema vascolare delle malerbe. Registrato su frumento tenero e duro, farro, orzo, segale e triticale, Zypar è formulato come emulsione di acqua in olio e incorpora il bagnante specifico.
  • Dosi di impiego: 0,75 e 1 litro/ha
  • Applicazione: a partire dalla fase di tre foglie vere per i cereali primaverili o inizio accestimento per i cereali vernini, sino alla fase del secondo nodo.
Omnera è una nuova miscela di met-sulfuron metile, tifensulfuron metile e fluroxypyr con formulazione in dispersione oleosa ottenuta grazie a una nuova tecnologia che porta a un ampliamento dello spettro di azione e a un minore impatto delle avversità climatiche. Questo erbicida combatte in post-emergenza le infestanti a foglia larga dei cereali, compreso Galium aparine.
  • Dosi di impiego: 0,75-1 l/ha
  • Applicazione: in post-emergenza allo stadio di inizio accestimento dei cereali vernini sino alla foglia a bandiera e allo stadio di due foglie vere per i cereali a semina primaverile. Va applicato su infestanti giovani e in crescita attiva.
Infine, Duplosan Super ha la sostanza attiva Diclorprop-P abbinata a Mecoprop-P e MCPA, per ottenere un erbicida in formulazione concentrato solubile ad attività sistemica, che controlla le infestanti dicotiledoni anche più difficili e di recente introduzione (come Cardo mariano) o selezionate dai comuni erbicidi (come Veronica e Papavero resistente). Duplosan Super va utilizzato sui cereali vernini.
  • Dosi di impiego: 2-2,5 l/ha
  • Applicazione: dalla fase di accestimento e il secondo nodo con temperature comprese tra i 12 e i 25 gradi anche con infestanti ai primi stadi di sviluppo e in attiva crescita.

Agricoltura, legge su stop alle vendite sottocosto

Agricoltura, legge su stop alle vendite sottocosto

La proposta, presentata alla Camera, vuole fissare multe fino a 50mila euro per i trasgressori.
Stop alle aste elettroniche a doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari, con multe fino a 50 mila euro per i trasgressori. È l’obiettivo di una proposta di legge presentata nei giorni scorsi alla Camera, a prima firma di Susanna Cenni (Pd), su etichettatura, tracciabilità e divieto di vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari. La legge intende regolamentare la vendita sottocosto dei prodotti alimentari freschi e deperibili, passando anche da misure di sostegno alle imprese virtuose che promuovono filiere etiche di produzione.
La scorsa settimana si è concluso l’esame della proposta di legge in commissione agricoltura, con l’approvazione di alcuni emendamenti sul nuovo testo base, quello predisposto dalla relatrice Chiara Gagnarli (M5s) e adottato dalla commissione dopo l’incardinamento della proposta di legge. Il testo è stato quindi trasmesso alle altre competenti commissioni della Camera per acquisirne il parere, dopo di che inizierà l’iter verso l’approvazione definitiva.
Tra i contenuti principali del testo c’è la regolamentazione della vendita sottocosto dei prodotti alimentari freschi e deperibili: la proposta di legge prevede che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il governo modifichi il regolamento sulle vendite sottocosto, il dpr 218 del 2011, prevedendo che la vendita sottocosto di prodotti alimentari sia ammessa esclusivamente se si registra “dell’invenduto a rischio deperibilità”, ovvero merce fresca e deperibile non venduta poco tempo prima della chiusura, “o nel caso di operazioni commerciali programmate e concordate in forma scritta”.

Agricoltura, PSR fermi al palo: restano 1,5 miliardi di euro da spendere

Agricoltura, PSR fermi al palo: restano 1,5 miliardi di euro da spendere

L’Italia rischia di perdere per sempre 1,5 miliardi di euro destinati all’agricoltura, se non li spenderà entro il prossimo dicembre. A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto della Rete Rurale Nazionale, che ancora una volta denuncia le lentezze della nostra macchina burocratica in merito ai fondi PSR.
Dall’inizio della programmazione di spesa dei Piani di sviluppo rurale regionali 2014-2020, le Regioni italiane hanno speso tra fondi comunitari e cofinanziamento nazionale solo il 30% dei fondi disponibili. A fare meglio sono Trentino Alto Adige, Veneto, Sardegna, Calabria e Molise, mentre le peggiori (cioè quelle che hanno speso meno di un quarto dei fondi disponibili) sono Sicilia, Campania, Lazio, Basilicata, Liguria, Abruzzo, Puglia e Marche. Le altre restano nella media del 30% – che è comunque troppo poco, poiché c’è ancora una montagna di euro da spendere che potrebbe fare comodo a tanti agricoltori.
Il report di Rete Rurale evidenzia anche le misure PSR più gettonate e quelle che invece non hanno avuto domande di finanziamento. Tra queste ultime ci sono proprio quelle che avevano il compito di dare un nuovo impulso al nostro sistema agricolo, ovvero le misure destinate all’aggregazione, alla formazione e all’innovazione.

Agricoltura, slitta l’obbligo per la revisione di trattori e macchine

Agricoltura, slitta l’obbligo per la revisione di trattori e macchine

Il Ministero delle infrastrutture, di concerto con quello dell’agricoltura, ha prorogato i termini per la revisione obbligatoria dei trattori agricoli. È quanto emerge dal nuovo calendario sulla revisione periodica delle macchine agricole, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 21 giugno.
Queste le nuove scadenze:
  • per le macchine agricole e operatrici immatricolate entro il 31 dicembre 1983, la revisione è fissata entro il 30 giugno 2021;
  • per le macchine agricole e operatrici immatricolate dal 1° gennaio 1983 al 31 dicembre 1995, la scadenza è entro il 30 giugno 2022;
  • per le macchine agricole e operatrici immatricolate dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2018, la revisione va fatta entro il 30 giugno 2023;
  • per le immatricolazioni dopo il 1° gennaio 2019 la revisione deve avvenire al quinto anno entro la fine del mese di prima immatricolazione.
La revisione obbligatoria dei trattori e delle macchine agricole è scattata nel 2016, ma per essere attuata era necessario varare una ulteriore disciplina tecnica per la quale sono trascorsi i termini prefissati, in quanto i tecnici dei ministeri hanno evidenziato una serie di difficoltà. Di conseguenza, al fine di evitare sanzioni per il mancato rispetto dei termini, il governo ha deciso di prorogare la scadenza per la revisione obbligatoria.

Prodotti fitosanitari e patentino: parliamo dei distributori e dei rivenditori

Prodotti fitosanitari e patentino: parliamo dei distributori e dei rivenditori

Ecco gli adempimenti per ottenere l'abilitazione all'esercizio della vendita dei prodotti fitosanitari

I distributori e i rivenditori di prodotti fitosanitari e assimilati devono possedere il certificato di abilitazione della durata di cinque anni
Secondo l'ultima indagine pubblicata nel 2017, in Italia ci sono quasi seimila rivendite di prodotti fitosanitari e al 2015 risultano essere stati rilasciati 10.228 certificati di abilitazione alla vendita (l'abilitazione è individuale e quindi ogni addetto alla vendita di prodotti fitosanitari deve averla). Anche se i controlli effettuati nel 2017 hanno dato risultati incoraggianti (il 98.9% degli operatori era in regola con l'abilitazione), le multe, che vanno dai 5mila ai 20mila euro, impongono di non abbassare mai la guardia su questo adempimento, indispensabile per la professione.
 

Cosa dice la norma

I certificati per l'abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari sono rilasciati dalle regioni e dalle provincie autonome, sono validi su tutto il territorio nazionale e vanno rinnovati ogni cinque anni. Il rilascio avviene dopo aver frequentato un corso di 25 ore, più lungo di quello rivolto agli utilizzatori, e può anche essere effettuato in modalità "formazione a distanza". Per il rilascio dell'abilitazione occorre superare un esame finale consistente in una serie di domande a risposta multipla sulla normativa vigente in materia, le caratteristiche dei prodotti fitosanitari e i loro effetti indesiderati. Come nel caso degli utilizzatori, i possessori di diploma di istruzione superiore di durata quinquennale o di laurea, anche triennale, nelle discipline agrarie e forestali, biologiche, naturali, ambientali, chimiche, farmaceutiche, mediche e veterinarie non hanno obbligo di frequenza, necessaria invece per i corsi di aggiornamento (della durata di almeno 12 ore) indispensabili al rinnovo dell'abilitazione che scade dopo cinque anni.
 

Corsi online

La norma consente di frequentare i corsi anche in modalità "Fad" (formazione a distanza) utilizzando applicazioni messe a disposizione da organizzazioni professionali e amministrazioni regionali. L'esame non può ancora essere condotto online, anche se la tipologia di domande a risposta multipla e la disponibilità di tecnologie per controllare l'identità degli utenti collegati e impedire loro di consultare "pizzini" o motori di ricerca forse consentirà un giorno di sostenere anche l'esame da remoto. Per adesso è necessario recarsi fisicamente nella sede dell'esame e provare le relative emozioni.
 

I costi

Il corso online organizzato da Compag costa poco più di 300 euro per il rilascio e poco più di 200 euro per il rinnovo, mentre sono moltissimi gli enti di formazione che somministrano corsi tradizionali, dai costi analoghi, cui vanno aggiunte le spese per l'esame e le marche da bollo (immancabili: 16 euro ciascuna).
 

Altri adempimenti

Un aggiornamento sugli altri adempimenti dei titolari di rivendita relativo alle caratteristiche dei locali e alla loro dotazione verrà pubblicato prossimamente. Stay tuned!
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Decreto legislativo 14 agosto 2012, n 150 Attuazione della direttiva 2009/128/Ce che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi.
  • Decreto 22 gennaio 2014 Adozione del Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante: «Attuazione della direttiva 2009/128/Ce che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi».

Cambiamenti climatici, allarme Onu per il futuro di sicurezza alimentare e agricoltura

Cambiamenti climatici, allarme Onu per il futuro di sicurezza alimentare e agricoltura

Il nuovo rapporto degli scienziati dell'Ipcc: gli effetti incidono su calo della produzione, aumento dei prezzi, qualità e disponibilità del cibo

La sicurezza alimentare sarà sempre più colpita dai cambiamenti climatici con diminuzione delle rese produttive, aumento dei prezzi, diminuzione della qualità nutrizionale degli alimenti, interruzioni delle filiere alimentari. Assisteremo a effetti diversi in diversi paesi, specialmente nelle regioni tropicali, ma gli impatti più drastici colpiranno gli Stati dove vivono le popolazioni più povere del pianeta, in Africa, Asia, America Latina e nei Caraibi.

Questo l’allarme lanciato dall’ultimo rapporto dell’Ipcc (il panel di scienziati che studiano il clima su mandato dell’Onu) "Cambiamenti climatici e territorio" in cui viene messo in evidenza anche come l’Italia, essendo al centro del Mediterraneo, si trovi in una delle aree più esposte agli impatti del clima che cambia. E tra pochi giorni, anche questi argomenti, saranno il cuore del vertice sul clima delle Nazioni Unite a New York.

Quello che servirebbe – viene spiegato dal nuovo report - è un’azione coordinata per affrontare i cambiamenti climatici, e migliorare la situazione generale e contemporaneamente il territorio, la sicurezza del cibo e dell’alimentazione, e aiutare a ridurre il numero delle persone che al mondo ancora oggi soffrono la fame. I cambiamenti climatici interessano i quattro pilastri della sicurezza alimentare: la disponibilità (produzione e resa), l’accesso (prezzi e capacità di ottenere cibo), l’utilizzo (nutrizione e cucina) e la stabilità (interruzioni della disponibilità).

Sulle emissioni di CO2 i settori che hanno a che fare con il territorio (agricoltura, foreste e altri usi del suolo) sono responsabili del 23% delle emissioni totali, una cifra che arriva al 37% se si includono i processi di trattamento dei prodotti alimentari. L’offerta di cibo pro-capite è aumentata del 30%, le risorse idriche impegnate per irrigazione sono aumentate del 100%, mentre dell’800% è cresciuto l’uso di fertilizzanti, e le aree naturali convertite in agricoltura sono 5,3 milioni di chilometri quadrati, corrispondenti a poco meno della superficie di tutta l’Europa continentale (esclusa la Russia europea) con un consumo idrico per l’irrigazione pari al 70% del consumo umano totale di acqua dolce. Allo stesso tempo, lo spreco alimentare pro capita è aumentato del 40% e corrisponde attualmente al 25-30% del cibo prodotto, che contribuisce all’ 8–10% delle emissioni del sistema alimentare.

Le emissioni sono prevalentemente dovute alla deforestazioneparzialmente compensate da imboschimenti e rimboschimenti e da altri usi del suolo. L’agricoltura è responsabile di circa la metà delle emissioni di metano indotte dall’uomo ed è la principale fonte di protossido di azoto, due gas ad effetto serra molto potenti. La biosfera terrestre assorbe quasi il 30% delle emissioni antropogeniche di CO2 grazie ai processi naturali.

L’aumento delle temperature però sta influenzando la produttività agricola a latitudini più elevate, aumentando le rese di alcune colture (mais, cotone, grano, barbabietole da zucchero), mentre rese di altre colture (mais, grano, orzo) sono in calo nelle regioni a latitudine inferiore.
Il riscaldamento, aggravato dalla siccità, ha causato una riduzione della produttività nell’Europa meridionale. Il cambiamento climatico sta minacciando la sicurezza alimentare nelle zone aride del Pianeta, in particolare in Africa, e nelle regioni montuose dell’Asia e del Sud America. In futuro il cambiamento climatico avrà un ulteriore impatto sulla resa agricola, la qualità e l’offerta di cibo, con un possibile aumento dei prezzi alimentari. E’ previsto un aumento fino al 23% per il 2050 rispetto agli scenari senza cambiamento climatico.

Se da un lato un aumento contenuto della concentrazione della CO2 atmosferica potrebbe migliorare la produttività delle colture, dall’altro diminuisce la qualità nutrizionale di alcuni alimenti (per esempio, il grano coltivato a concentrazioni di CO2 in atmosfera maggiori di circa il 32-42% rispetto alle attuali si può avere il 5,9-12,7% di proteine in meno, 3,7–6,5% in meno di zinco e 5,2–7,5% in meno di ferro).
In questo contesto, fattori climatici contribuiscono a mettere sotto stress il sistema, con conseguenti influenze sulla sicurezza alimentare, e cioè sulla capacità delle persone, a livello globale, di avere disponibilità di cibo, di poterlo utilizzare, di potervi accedere in maniera stabile e costante.

Comportamenti che incidono sulle abitudini alimentari, ossia sulle diete possono avere un impatto considerevole sulle emissioni di gas serra. Riducendo il consumo di carne, in particolare carne rossa, e di latticini ai livelli definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità possiamo fare molto per contenere i cambiamenti climatici e migliorare le condizioni di salute. Tra le varie diete considerate dagli scienziati dell’Ipcc, la dieta mediterranea è una delle più virtuose.
Per questo, viene messo in evidenza dal report, l’agricoltura sostenibile e i piani di adattamento ai cambiamenti climatici possono essere il motore per un settore produttivo di qualità, con al centro come protagonisti il cibo, le abitudini alimentari, l’uso sostenibile del suolo.

Vendemmia, in Puglia si prepara un'ottima annata

Vendemmia, in Puglia 2019 si prepara un'ottima annata

Secondo Coldiretti, nonostante le bizze del clima e alcune anomalie, la produzione complessiva sarà in linea con quella degli ultimi anni e vedrà una qualità elevata. 

Entra nel vivo la vendemmia in Puglia e le previsioni di Coldiretti Puglia sono improntate all'ottimismo: “A dispetto del clima impazzito dei mesi scorsi e facendo i debiti scongiuri rispetto all’andamento climatico delle prossime settimane, le previsioni 2019 sono ottime, con una produzione quantitativa nella norma qualità straordinaria e una vendemmia che produrrà tra i e i 10 milioni di ettolitri di vino" afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Nutriamo forti aspettative – continua - considerato che l’export è cresciuto in valore di un ulteriore 6,7% nel 2018, con un aumento del 5% per i vini Doc, per le Igp del 4% e del 6% per gli spumanti”.

La mappa delle stime di Coldiretti Puglia - provincia per provincia - conferma l’annata vendemmiale positiva: produzione in calo tra il 15% ed il 20% rispetto al 2018 in Valle d’Itria - la porzione di Puglia centrale a cavallo tra la città metropolitana di Bari e le province di Brindisi e Taranto -per l’andamento climatico anomalo; in provincia di Foggia la produzione invece sarà in linea con le medie storiche; in Salento nell’area del Negroamaro si stima un calo del 15% a causa del clima pazzo e degli sbalzi termici, mentre invece si segnala un lieve calo nelle province di Bari Barletta-Andria-Trani che non dovrebbe superare il 5%.

“Nelle vigne c’è grande ottimismo. Dopo una primavera più fredda del consueto, che ha influenzato germogliamento e fioritura, maggio e giugno con piovosità sopra la media, e il maestrale e la tramontana perduranti da più di 30 giorni hanno garantito finora una vendemmia di straordinaria qualità, ma con punte di calo del raccolto tra il 15 e il 20 per cento in Salento, mentre a Bari e Foggia le quantità sono assolutamente coerenti con la media storica" spiega Gianni Cantele, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia.
"Le prime uve bianche hanno cominciato a riempire i serbatoi in cantina con almeno 10 giorni di ritardo rispetto alle ultime 5 vendemmie e l’andamento della raccolta del Primitivo ci consentirà a breve di valutare concretamente le stime e le aspettative sulla vinificazione delle uve nere".
 

Vini di Puglia, un successo decretato dai mercati

La popolarità anche internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini Dop quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, ha fatto del settore vitivinicolo pugliese – continua Coldiretti Puglia - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.

Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e - in particolare - dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del +122%, rappresentando il 40% della produzione nazionale totale dei rosè con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi quasi 2 bottiglie su 4 di rosato made in Italy è pugliese e sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, registra Coldiretti Puglia.

Sotto il profilo occupazionale, è la provincia di Foggia la seconda in Italia per ore di lavoro create nel settore del vino. Il Puglia Igt crea 16,5 milioni ore di lavoro all’anno, riferisce Coldiretti Puglia, subito dopo il Montepulciano d’Abruzzo Doc.
L'organizzazione segnala il ruolo del settore vitivinicolo per l’economia e il lavoro nel Mezzogiorno e in Puglia, con un altro vitigno pugliese al decimo posto della top ten nazionale, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari.

Grande successo anche del biologico, dove 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico in Puglia, la seconda regione italiana con 10900 ettari nel segmento del vino bio.