lunedì 17 ottobre 2022

Olio, annata nera tra caro-energia e siccità. Il prezzo si impenna e la resa si abbassa, alcuni frantoi restano chiusi

La campagna olivicola 2022 comincia nel peggiore dei modi in Puglia , patria dell’extravergine che rifornisce i consumatori locali ma arriva in tutta Italia e in diversi Paesi europei. L’aumento del prezzo dell’energia fa schizzare i costi di molitura da 14 euro a 20, 22 euro a quintale. Diversi oliveti, a causa delle condizioni climatiche estreme, sono stati attaccati dalla mosca.

Olio, annata nera tra caro-energia e siccità. Prezzo su, alcuni frantoi chiusi

E’ un anno nero per l’olio extra vergine di oliva italiano  : siccità, mosca e caro energia rappresentano un mix che sta producendo effetti devastanti. A cominciare dai frantoi chiusi, pochi per fortuna ma è comunque un dato rilevante, per proseguire col costo della molitura in forte ascesa e infine col prezzo dell’olio che sta salendo e potrebbe toccare dei picchi a campagna conclusa, quando probabilmente tanti piccoli raccoglitori si renderanno conto di avere troppa poca resa da olive malate.

La quantità è variabile da zona a zona, la qualità abbastanza scarsa. I costi olive chiaramente aumentati per il processo di spremitura delle olive e produzione dell’olio, cioè la molitura che se l’anno scorso si pagava 14-15 euro a quintale di olive, adesso va dai 18 ai 20 euro quasi ovunque, ma qualcuno sta andando anche oltre fino a 25 euro, nel tentativo di non spendere di energia più di quello che guadagna per lavorare il prodotto. Il processo infatti è totalmente elettrico, impossibile pensare di risparmiare utilizzando di meno i macchinari.

“Noi siamo passati da 14 euro per la macinatura a 20 euro gli altri frantoi oleari hanno praticamente raddoppiato i prezzi. Il principale problema è il costo dell’energia, ma sono aumentati i prezzi di tutti i prodotti. Anche il costo delle lattine è raddoppiato. Poi c’è il problema della manodopera che scarseggia”.

Olive raccolta 2022

Se la crisi energetica non fosse abbastanza, alla ‘tempesta perfetta’ del mondo olivicolo stanno contribuendo il cambiamento climatico e i parassiti che ne conseguono. La siccità sta facendo male all’oro verde. Il principale problema non è infatti la mosca, quanto la mancanza di precipitazioni a tarda primavera o in principio d’estate. Fra maggio e giugno ha piovuto pochissimo e questo ha compromesso molti raccolti. L’umidità delle ultime settimane ha fatto il resto, dando alla ormai famosa mosca la possibilità di attaccare le olive e deteriorarle.

“La qualità delle olive non è buona ovunque, occorre accuratezza e selezioni, il che significa costi maggiori . Ha inciso la siccità, le olive di chi ha il campo irriguo sono molto migliori. C’è anche la mosca, per queste le olive vanno selezionate. Quest’anno speriamo che la campagna sia molto breve. Sarà un’annata nera“.

Ai frantoi più piccoli che hanno meno clienti la campagna 2022 potrebbe rivelarsi un boomerang. Per questo, spaventati dalle bollette in arrivo e dalla scarsa qualità delle olive, alcuni resteranno chiusi ,ma molti stanno valutando di condensare al massimo la stagione per chiudere già entro il 20-25 ottobre.

La raccolta è iniziata quasi ovunque nel secondo fine settimana di ottobre e molti piccoli coltivatori contano di concludere in pochissimi giorni. Cosa che potrebbe andare bene anche agli oleifici locali. Altri che hanno appezzamenti piccoli e un numero esiguo di olivi, stanno decidendo se raccogliere quelle poche olive che rimangono o abbandonare tutto per quest’anno.

La conseguenza finale, come sempre, è che anche i consumatori dovranno pagare di più per il prodotto finito. L’olio passa in un anno da 7 euro a 8, forse 9 euro al litro, ma il prezzo per il consumatore finale potrebbe salire ulteriormente perché l’ oro verde scarseggia. “Quest’anno sarà dura, se il prezzo è troppo elevato si vende molto di meno” spiega il produttore guglionesano. Sulla qualità è forse ancora presto per esprimersi ma i primi riscontri ipotizzano un olio non di eccelsa qualità, sempre a causa della siccità. In qualche caso l’olio potrebbe avere un sapore amarognolo, quasi legnoso, proprio per la carenza d’acqua.

Aumenti vertiginosi anche per il ‘nocciolino’, lo scarto del processo di lavorazione delle olive che è un combustibile naturale e che quest’anno costa circa 35 euro a quintale a fronte dei 20 dello scorso anno. “Un rincaro che ha a che fare con il costo dell’energia, noi non possiamo farci nulla”.

 

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