La campagna olivicola 2022 comincia nel peggiore dei modi in Puglia , patria dell’extravergine che rifornisce i consumatori locali ma arriva in tutta Italia e in diversi Paesi europei. L’aumento del prezzo dell’energia fa schizzare i costi di molitura da 14 euro a 20, 22 euro a quintale. Diversi oliveti, a causa delle condizioni climatiche estreme, sono stati attaccati dalla mosca.
Olio, annata nera tra caro-energia e siccità. Prezzo su,
alcuni frantoi chiusi
E’ un anno nero per l’olio extra vergine di oliva italiano : siccità, mosca e caro
energia rappresentano un mix che sta producendo effetti devastanti. A
cominciare dai frantoi chiusi, pochi per fortuna ma è comunque un dato
rilevante, per proseguire col costo della molitura in forte ascesa e infine col
prezzo dell’olio che sta salendo e potrebbe toccare dei picchi a campagna
conclusa, quando probabilmente tanti piccoli raccoglitori si renderanno conto
di avere troppa poca resa da olive malate.
La quantità è variabile da zona a zona, la qualità
abbastanza scarsa. I costi olive chiaramente aumentati per il processo di
spremitura delle olive e produzione dell’olio, cioè la molitura che se l’anno
scorso si pagava 14-15 euro a quintale di olive, adesso va dai 18 ai 20 euro
quasi ovunque, ma qualcuno sta andando anche oltre fino a 25 euro, nel
tentativo di non spendere di energia più di quello che guadagna per lavorare il
prodotto. Il processo infatti è totalmente elettrico, impossibile pensare di
risparmiare utilizzando di meno i macchinari.
“Noi siamo passati da 14 euro per la macinatura a 20 euro gli
altri frantoi oleari hanno praticamente raddoppiato i prezzi. Il principale
problema è il costo dell’energia, ma sono aumentati i prezzi di tutti i
prodotti. Anche il costo delle lattine è raddoppiato. Poi c’è il problema della
manodopera che scarseggia”.
Olive raccolta 2022
Se la crisi energetica non fosse abbastanza, alla ‘tempesta
perfetta’ del mondo olivicolo stanno contribuendo il cambiamento climatico e i
parassiti che ne conseguono. La siccità sta facendo male all’oro verde. Il
principale problema non è infatti la mosca, quanto la mancanza di
precipitazioni a tarda primavera o in principio d’estate. Fra maggio e giugno
ha piovuto pochissimo e questo ha compromesso molti raccolti. L’umidità delle
ultime settimane ha fatto il resto, dando alla ormai famosa mosca la possibilità
di attaccare le olive e deteriorarle.
“La qualità delle olive non è buona ovunque, occorre
accuratezza e selezioni, il che significa costi maggiori . Ha inciso la
siccità, le olive di chi ha il campo irriguo sono molto migliori. C’è anche la
mosca, per queste le olive vanno selezionate. Quest’anno speriamo che la
campagna sia molto breve. Sarà un’annata nera“.
Ai frantoi più piccoli che hanno meno clienti la campagna
2022 potrebbe rivelarsi un boomerang. Per questo, spaventati dalle bollette in
arrivo e dalla scarsa qualità delle olive, alcuni resteranno chiusi ,ma molti
stanno valutando di condensare al massimo la stagione per chiudere già entro il
20-25 ottobre.
La raccolta è iniziata quasi ovunque nel secondo fine
settimana di ottobre e molti piccoli coltivatori contano di concludere in
pochissimi giorni. Cosa che potrebbe andare bene anche agli oleifici locali.
Altri che hanno appezzamenti piccoli e un numero esiguo di olivi, stanno
decidendo se raccogliere quelle poche olive che rimangono o abbandonare tutto
per quest’anno.
La conseguenza finale, come sempre, è che anche i
consumatori dovranno pagare di più per il prodotto finito. L’olio passa in un
anno da 7 euro a 8, forse 9 euro al litro, ma il prezzo per il consumatore
finale potrebbe salire ulteriormente perché l’ oro verde scarseggia.
“Quest’anno sarà dura, se il prezzo è troppo elevato si vende molto di meno”
spiega il produttore guglionesano. Sulla qualità è forse ancora presto per
esprimersi ma i primi riscontri ipotizzano un olio non di eccelsa qualità,
sempre a causa della siccità. In qualche caso l’olio potrebbe avere un sapore
amarognolo, quasi legnoso, proprio per la carenza d’acqua.
Aumenti vertiginosi anche per il ‘nocciolino’, lo scarto del
processo di lavorazione delle olive che è un combustibile naturale e che
quest’anno costa circa 35 euro a quintale a fronte dei 20 dello scorso anno.
“Un rincaro che ha a che fare con il costo dell’energia, noi non possiamo farci
nulla”.